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  • Writer's pictureMichela Bilotta

Opera immensa, sullo sfondo di una Sardegna di demoniaca tristezza

Qualcuno l’ha definito un romanzo metafisico, questo capolavoro di Salvatore Satta, nel quale le vicende dei vivi si intrecciano indissolubilmente con quelle dei morti, unite dallo stesso destino, sullo sfondo del medesimo scenario. Una Sardegna di «demoniaca tristezza» che ammalia e affattura, distante e altera come una dea, indifferente alle sorti degli uomini.

Le vicende narrate si svolgono nella cittadina di Nuoro, dove l’antica famiglia dei Sanna, agiati notai, diventa simbolo e immagine di una condizione universale di sgomento, rassegnazione, speranze disattese. Filtrati dalla memoria dello scrittore, gli abitanti di Nuoro chiedono che le loro vite vengano sottratte all’oblio e restituite al senso della Storia attraverso il giorno del giudizio. Un’opera immensa, dove la prosa sorveglia con maestria le vite dei personaggi, spesso violente, inutili, atroci, a molestare senza tregua i ricordi dell’autore. Il quale, tuttavia, non rinuncia mai a una intensa e umana compassione per quelle esistenze a cui sente, nel profondo, di appartenere. Lasciatevi cullare dal ritmo dolce e spietato della penna di Satta, lungo un viaggio che indugia nelle vicende dei cittadini di Nuoro per elevarsi a dolente rappresentazione della vita di Tutti.

“Come in un negativo che si sviluppa, volti remoti ricompaiono in questi che mi circondano: gente sparita dalla terra e dalla memoria, gente dissolta nel nulla, e che invece si ripete senza saperlo nelle generazioni, in una eternità della specie, di cui non si comprende se sia il trionfo della vita o della morte.”



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